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Yes Man

Written by on May 5, 2011

“Io voglio che voi invitiate il sì nella vostra vita, perché il sì, a sua volta, vi risponderà sì! Quando voi dite sì, entrate nella sfera del possibile! fate il pieno di tutte le energie vitali ed espellete le scorie”

 PopCorn a tutti!!

Ti va di leggere questa recensione?

La risposta deve essere per forza “sì” perché questa settimana parliamo di uno dei film più carini di Jim Carey, quelle commediucce che sotto vogliono trasmettere una morale alla fine della sceneggiatura e far tornare lo spettatore un po’ più sereno a casa e felice si aver speso i suoi soldini per noleggiare questo film. (A meno che non l’abbiate visto l’altra settimana in tv 😉 …)

Comunque stavolta ci troviamo nella vita di Carl, un annoiato impiegato di banca, caduto in depressione in seguito alla separazione con la moglie e che di conseguenza vede senza senso ogni giornata della sua vita, nutrendosi di film per ingannare il tempo e distrarsi dalla triste solitudine.

Un giorno tramite un vecchio amico scopre una sorta di setta guidata da un guru che esorta i suoi fedeli a dire sempre “sì” a qualsiasi cosa accada nella vita. Carl è scettico ma corretto e quindi decide di mettere in pratica questo metodo. Da qui in poi gli succederanno fatti incredibili che stravolgeranno la sua vita.

Una trama carina., un film leggero con il solito mattacchione di Carey ma che ci suggerisce tematiche di pura terapia psicologica.

Potrebbe essere interpretato anche come uno stile di vita questo dire sempre di sì a tutto oppure una seduta psicoterapeutica per cogliere al meglio le cose belle e imprevedibili della vita.

Vi è in ogni caso un’atmosfera inquietante intorno alla setta e al suo guru, un’aria quasi delirante, di persone totalmente sottomesse, quasi drogate da questo guru che impone la parola “Sì” sopra qualsiasi cosa. Forse è semplicemente una reazione di devozione a colui che in qualche modo ha cambiato le loro vite in meglio, ma rimane comunque a parer mio qualcosa di “anomalo”, che va vissuto più come suggerimento che come stile di vita.

Un suggerimento che potrebbe avere come chiave non solo la parola “sì” ma tantissime altre parole. Lo scopo è quello di renderci più aperti verso gli altri, verso le situazioni, verso gli imprevisti. L’egoismo , la pigrizia, la depressione sono nemici dell’imprevedibile perché lo ostacolano a tutti gli effetti negando la possibilità di cambiare. E il cambiamento è il principio su cui si basano tante cose nella nostra esistenza, a partire dai nostri geni fino ad arrivare al nostro stile di vita e al nostro comportamento.

Ciò che ci succede può cambiare il decorso dei fatti e può cambiare noi stessi.

Voi penserete però che non sempre il cambiamento può essere positivo; certo, è vero, ma come verificare ciò se non si tenta, se non si apre la porta al destino? Perché di questo si tratta ovvero aprire la porta al nostro destino, ma solo noi abbiamo il potere di farlo e nessun altro. (Per chi crede vorrei ricordare che Dio ha donato all’uomo il libero arbitrio e che di conseguenza è lui l’artefice del proprio destino).

Diamo quindi una possibilità all’imprevisto noi che tanto ci lamentiamo della nostra vita tediosa.

Diciamo sì all’imprevedibile, diciamo sì al cambiamento perché ciò significa dire sì alla vita!

 

 

Curiosità: il film si basa sulla storia vera di un giornalista di nome Danny Wallace che passò sei mesi della sua vita a dire sempre sì. Wallace appare nel finale del film quando l’amico di Carl si allontana con una ragazza coreana.

 


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