Tullio De Piscopo
Written by Roberto on April 30, 2010
E’ nato a due passi da porta Capuana, il luogo della sua negritudine. “Io vivevo per strada, molti musicisti hanno copiato i grandi d’oltreoceano, io ho attinto dalla strada, dalla mia strada, tra la Pretura e il Tribunale, tutto un vociare, un suono, mille suoni, e o’ papunciello, il treno che partiva davanti al cinema Casanova per i paesi della provincia di Napoli“.
Tullio ascoltava i dischi di Charlye Parker, Miles Davis, Max Roach, Kenny Klarke, Art Blakey, Philly Jo Jones. Amava pure O’ sole mio.
La carriera di De Piscopo si è indirizzata su un duplice filone: il Jazz puro e la Musica Popolare, con tanta Napoli dentro e non solo per l’uso della lingua. In effetti tutti i suoi suoni nascono nel calderone vesuviano: i tamburi rullanti della morte davanti ai patiboli del 1799 e la Tarantella, la voce su disco di Sergio Bruni e i ritmi su disco di qualche americano uditi da contrapposte finestre, le grida degli ambulanti africani che a Porta Capuana vendevano cortecce d’albero per pulire la bocca e le facevano suonare contro i denti. Il napoletano gli è servito perfino per inventarsi il rap con M’briachete tù del 78: riadattando le cantilene indirizzate al fornaio, quando, da piccolo, si faceva mandare dalla madre a prendere il pane.
Innumerevoli sono le collaborazione del nostro artista: da Slide Hampton, Gato Barbieri, Don Cherry, Billy Cobam, Bob Berg, Don Moyè, Wayne Shorter, Alfonso Jhonson, Roberto Fabbriciani, Jhon Lewis ma anche Pino Daniele, Enzo Jannacci, Lucio Dalla, Mina, Fabrizio De Andrè, Gino Paoli e tanti altri oltre che con se stesso per scrivere canzoni.
L’album Acqua e Viento del 1983 è esemplare di questo percorso: ha venduto 2 milioni di copie grazie al brano Stop Bajon, realizzato con l’amico Pino Daniele. De Piscopo ha dimostrato di avere anche voce, allegria contagiosa, ironia dissacrante. Tante doti che esibisce, soprattutto nei concerti, in cui sa creare un’intesa forte con lo spettatore, grazie alla simpatia e alla comunicativa.
Nel 1987 Tullio è stato partecipe di un avvenimento formidabile per un musicista: ha suonato nel Concerto Harlem Meets Naples all’Apollo Theatre di NewYork assieme a Tony Esposito, James Senese, Edoardo Bennato, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Ernesto Vitolo e James Brown,Temptations, Lester Bowie e Alfonso Jhonson.
Il 1988 è un altro anno storico per De Piscopo: partecipa al Festival di Sanremo con il brano “ANDAMENTO LENTO”. Il successo è travolgente e rimane in classifica per oltre 7 mesi.
L’anno successivo è ancora Sanremo con il brano “E allora e allora”, altro successo annunciato.
Nell’album del 1998 troviamo anche la canzone “Totò e Peppino”, scritta da Luigi De Filippo in onore dei due straordinari attori che “ci danno tanto amore / e ci tolgono / affanno e depressione”.
Il 1° maggio 2007 Tullio è salito sul palco di Piazza San Giovanni a Roma, accompagnato dalla sua band, ottenendo un grande successo anche per la versione per batteria dei Carmina Burana di Carl Orff.
Tullio ripete che: “La Tarantella è la mia ispiratrice. I cinque colpi della Tarantella sono l’anima delle mie percussioni. Erano i colpi che accompagnavano i condannati alla ghigliottina. Bum, bum, bum, bum. bum. Quei lugubri colpi la Tarantella li ha resi allegri facendone il suo ritmo irresistibile”.