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Sindacati preoccupati sul territorio

Written by on December 21, 2011

Sindacati terribilmente preoccupati. Così si sono presentati CGIL, CISL e UIL alla presentazione di un bilancio del 2011 e degli obettivi per l’anno nuovo.
“Il resoconto è preoccupante – ha esordito Giovanni Sartini della CGIL – perchè la crisi sta pesando enormemente sull’Alto Milanese e sulle poche grosse aziende ormai rimaste che noi ‘coccoliamo’ come le ultime risorse produttive rimaste nel territorio”.

 

La situazione è senz’altro grave, ma quanto lo sia davvero non lo sanno nemmeno loro, i sindacati. Perchè da giugno l’INPS non fornisce più dati della cassa integrazione: “Un atteggiamento – commentano i sindacalisti – preoccupante quanto la crisi. Inoltre, tra qualche mese INPS chiduerà gli sportelli del pubblico e scaricherà sui nostri CAF un servizio sociale per noi nuovi. Con l’INPS, ormai, si potrà dialogare solo per via telematica”.

Un’idea di quanto sia profonda la congiuntura i sindacati, comunque, l’hanno. Ed è un’impressione assolutamente negativa anche perchè le ore della cassa integrazione dal 2008 sono in crescita e, se almeno nel primo semestre 2011 hanno mostrato un rallentamento, la causa è da indivuadare solo nella diminuzione delle aziende e dei lavoratori presenti sul territorio!

Preoccupazione destano i dati della mobilità: sarebbero più di 5mila i lavioratori che nel 2011 stanno usufruendo di questo ammortizzatore sociale. La domanda che si pongono i sindacati nasconde quello che potrebbe essere il dramma di tante famiglie: alla fine della mobilità quale sbocco avranno questi lavoratori? Quanti di loro saranno accompagnati alla pensione? E quanti non avranno più un’occupazione?

Obiettivo dell’immediato futuro. Uno, principalmente: “L’attenzione – secondo i sindacati – non deve essere più riferita alla grande impresa, ma al territorio e alle iniziative da attuare per il suo sviluppo. Ricerca, innovazione, mercato con l’estero, formazione, credito, trasporti, ecco gli obiettivi tutti validi per tutte le imprese, grandi, medie e piccole”.

Due i progetti utili in questo ambito: quello con Eurolavoro, attraverso il quale domanda e offerta entrano in contatto diretto, e quello del Tavolo territoriale per lo sviluppo, in cui Regione, Provincia, Comuni e Sindacati analizzano insieme temi legati all’industria, al mercato, ai trasporti e alla viabilità.

E, per trovare ulteriori soluzioni locali, fondamentale per i sindacalisti di CGIL, CISL e UIL, sarà una piattaforma unitaria tra i Comuni chiamati a destinare risorse ai servizi sociali, a reperire fondi di solidarietà per dare una risposta concreta ai lavoratori, alle famiglie che hanno perso il lavoro, che si trovano in gravi difficoltà.

“Il territorio deve tornare a vivere di lavoro”, l’appello finale dei nostri sindacalisti. Già, ma se proprio la Franco Tosi, massima espressione locale del mondo del lavoro, dopo tanti annunci, ancora oggi non ha identificato il suo nuovo piano industriale e finanziario, è possibile oggi sperare davvero che quell’invocazione trovi attuazione?
Oppure, anche noi, come tanti (sindacati compresi), dobbiamo solo sperare, per nuovi posti di lavoro, nell’arrivo di Ikea e di altri centri commerciali?

[fonte: Legnanonews.com]


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