Premio Tirinnanzi: al centro la poesia
Written by Administrator on October 15, 2012
Decretato dalla giuria popolare il vincitore del Premio Tirinnanzi 2012, un’edizione rinnovata, come già ricordato, sotto molti punti di vista. Innovativo, soprattutto il metodo di votazione: una giuria tecnica ha infatti decretato i nomi dei tre finalisti, mentre al pubblico in sala è stato demandato il compito di eleggere il vincitore finale.
I tre finalisti sono Andrea Inglese, Guido Mazzoni e Italo Testa che, con stili e tecniche del tutto diverse e personali, hanno condiviso alcune tematiche entrate ormai di diritto nella poesia contemporanea. Il paesaggio urbano, ne è un esempio, ma anche la frammentazione dei rapporti (d’amore e non) che anelano a una comprensione e a un ricongiungimento, il tutto vissuto in una poetica in assoluto movimento lungo le direttrici principali della vita.
Andrea Inglese, ha presentato al concorso “Commiato da Andromeda“, ispirato all’omonimo quadro di Pietro di Cosimo. Una silloge dal tema amoroso, il tentativo di un uomo di comprendere il perché una lunga storia d’amore finisca in una sorta di ansia e assillo di domande. L’amore è stato certo, in un dato periodo, ma di colpo pare che tutto sia stato un semplice sogno. Il tentativo di comprendere passa attraverso questo quadro, appeso nella casa della coppia, che diventa una chiave di lettura delle vicende. Attraverso di esso il protagonista cerca di esplorare il senso di quanto accaduto.
Andrea Inglese ha colpito per la sua poetica fluida e assolutamente contemporanea, che affonda le radici in citazioni classiche rinnovandole e rendendole parte viva e vitale della quotidianità di ognuno di noi. Questo connubio di citazione classica in formato digitale (l’autore ha proprio scelto la via dell’editoria digitale per diffondere la propria opera) è il punto di forza dell’autore che si è classificato al secondo posto al premio Tirinnanzi, ma del quale sentiremo parlare molto presto, perché il suo stile e la sua poesia resta empaticamente impresso nell’anima del lettore.
“Sono stato quello, chissà come,
Il Perseo,
con l’elmo, lo scudo, ma di sicuro
molto prima,
dell’entrata in scena, agli albori
della storia,
perso, scaraventato, in caduta.
… (tratto da Commiato da Andromeda Andrea Inglese)
Tra i finalisti troviamo anche Italo Testa, che ha presentato al concorso legnanese “La divisione della Gioia”, titolo ispirato ad un gruppo musicale degli anni ’80, (Joy Division) che, a loro volta, richiamavano il titolo di una novella contenuta all’interno di “House of dolls” di Ka-tzetnik 135633, sopravvissuto ad un campo di concentramento. Un titolo dunque con una chiara citazione alla gioia, ma che si tinge subito dei colori della sopravvivenza, di vissuti tragici per restituirli in suoni semplici ed immediati. Tutto sta, come sottolinea l’autore, all’interpretazione che ognuno di noi vuole dare, come nel gioco psicologico “anatra-lepre” o, per dirla alla Kundera, nell’oscillazione tra leggerezza e pesantezza interpretativa. Ritroviamo quindi, la pesante tematica della lacerazione dei rapporti, ma anche la leggerezza della relazione e della condivisione. L’illustrazione scelta dal poeta è la fotografia di un ailanto: pianta semplice e coriacea che cresce a margine di molti paesaggi, umile emblema di ciò che si diffonde spontaneamente, a volte in modo ossessivo come la poesia. Bella la sottolineatura fatta dall’autore che ricorda come l’ailanto sia una di quelle “cose senza nome, sempre sotto i nostri occhi”, che la poesia DEVE nominare, ricordando la funzione linguistica che ogni componimento e ogni poeta ha tra i propri doveri.
Lascio ai lettori un piccolo esempio dello stile di Italo Testa, terzo classificato, che rappresenta quella che l’autore stesso definisce come “una dialettica dell’io e del tu, che si allarga in tante possibili biografie. Un’esperienza continua di divisione e unione”
“… la lenta processione dei rimorchi
sull’asfalto già caldo e luccicante,
l’insidia germinante degli ailanti
nascosti sui ciglioni, tra le frange
lustre, in un viluppo di fogliame
il volo residuo di un airone…”
(tratto da La divisione della gioia)
Ad aggiudicarsi il premio Tirinnanzi 2012 è stato però Guido Mazzoni con “I Mondi”, un’autobiografia in frammenti. L’autore racconta la quotidianità di un uomo, non un “io privilegiato”, ma l’esperienza che ognuno di noi compie incrociando la vita altrui, ciascuna inclusa in un mondo che pare coerente se visto dall’interno, ma che può sembrare altro da un punto di vista esterno. E proprio il punto di vista esterno, è una delle caratteristiche immediatamente evidenziabili nella poetica di Mazzoni perché, come dice l’autore stesso, ognuno di noi vive in un involucro (macchina, treno, maschere), e osserva il mondo attraverso qualcosa anelando però, ad un contatto diretto.
La foto scelta dall’autore rappresenta una Chicago industriale, straniante, ma non solo Chicago resta nell’esperienza di Mazzoni, dove troviamo anche Londra, Milano. Città non tipicamente conosciute per capacità di evocazione poetica, ma dove l’autore ha saputo, con maestria, cogliere l’elementi di ispirazione. La sua poesia non si esaurisce solo in questo: la scomparsa del respiro, il tragico della vita, il continuo oscillare verso i ricordi dell’infanzia che forgiano l’uomo e il poeta, rappresentano il filo rosso che rilega la sua opera.
“L’urto delle gocce sulle foglie,
la condensa, la luce che rischiara
i gerani strappati e ancora vivi nel vapore
del ghiaccio che si scioglie,
la terra sparsa sul balcone dei vasi – vedevamo
una periferia enorme oltre le grate …”
(Tratto da: Pure Morning- I Mondi)
Tra i premiati ricordiamo la Sig.ra Franca Grisoni, che ha convinto inequivocabilmente la giuria tecnica con la sua poesia dialettale. La semplicità e la dolcezza di suoni casalinghi hanno dipinto un quadro dei paesaggi della zona di Sirmione a cui è, appunto, dedicata la raccolta “De chì, Poesie sulla penisola di Sirmione”.
A Giampiero Neri, invece va il meritatissimo premio alla carriera e sempre emozionante ascoltare il suo modo di evocare, con la tipica forma sottilmente ironica, un’Italia fatta di “lire”. Ricorda Neri: “la parola della poesia è la parola della verità, una verità che si scrive senza compromessi”. Tanta maestria e tanta semplicità, d’altro canto “non si invecchia per niente”.
I nostri complimenti a tutti i partecipanti e, ovviamente ai vincitori.