Piatto ricco a Spettacolando!
Written by Administrator on September 10, 2009
Anche questa settimana piatto molto ricco nel sabato di Spettacolando. Dopo le interviste della scorsa settimana a Ray Tarantino, Luca Anceschi x Tommy nel cuore ed Enrico Beruschi, il nostro Marco Ciapparelli ritorna con le interviste agli artisti emergenti più interessanti del momento.
Nel corso della trasmissione saranno ospiti Funky Pushertz, BIG ONES e Lef.
Vi aspettiamo Sabato 12 settembre dalle ore 12:00 solo su Radio Punto, La Radio Dell’Alto Milanese!
Funky Pushertz
Lunch è il disco d’esordio di Funky Pushertz ed è la seconda produzione della neo nata etichetta Suonivisioni Records (la stessa che ha appena pubblicato il bellissimo Merci Cucù di El-ghor).
Registrato e missato al Suonivisioni Studio di Torre del Greco da Alessandro D’Aniello, vuole essere manifesto programmatico di un gruppo che pensa al rap in maniera aperta, con contaminazioni a 360° (musicalmente parlando) e con una struttura aperta che permette alla band di interfacciarsi con altri artisti.
Da cui le numerose collaborazioni: Ramtzu (C:/), Op-Rot (Ganja Farm), Rob Shamantide (Ganja Farm), Morfuco (Cafardo Energiser). Dopo una colazione leggera (con “Breakfast”, loro primo ep) i Funky Pushertz si presentano con l’album “Lunch”, pranzo quasi domenicale, ricco e sostanzioso, misto di ingredienti e personalità ognuna delle quali col proprio background, chiaramente distinguibile dalle diverse sonorità del disco. Il funk e il Reggae/Roots di Tonico Settanta (produttore di tutte le basi)
il soul di Kayaman, il rap di Red Dog, Mastunzò e Boom Buzz spesso fluido e disinvolto ma anche in grado di sostenere tematiche impegnative, sono gli elementi principali di questo album.
I testi rispecchiano argomenti e situazioni che i Funky Pushertz vivono nella loro realtà quotidiana e quindi spaziano dai problemi legati al loro territorio, la difficoltà nel trovare un futuro stabile e ad emergere in ambito musicale (“In tutte le maniere possibilii” e “A carn’ a sott’ e i maccarun’ a copp'”), modi e regole di vita (Dieci), introspettività (“La prima
volta”), lo stretto senso di appartenenza alle proprie radici (“Veng’ ra torr'”), la denuncia delle discriminazioni subite dai neri, padri fondatori del funk (“West funky story”), testi autodescrittivi (“L’indolente” e “Funky Pushertz”) lasciando spazio al divertimento e ai featuring (“Non fa rumore” e “Wiked boys”).
BIOGRAFIA
La prima formazione dei Funky Pushertz nasce nell’estate 2003.
Col concretizzarsi di questo progetto la crew si é allargata e, dopo alcuni cambi, ha raggiunto la sua formazione attuale:
Mastu Nzò (War Side Love), Boom Buzz (Torreggae, Biologic), Red Dog (Torreggae, Biologic), Kayaman (voce dei “Colours Ensamble”) e Toniko70 (Iatenamicizia, Cafardo Energizer).
Nel 2004 producono il loro primo demo “Breakfast”.
Alcuni loro brani sono stati inseriti in varie compilation.
Vari loro featuring sono inclusi in album di artisti campani del panorama Hip Hop.
Hanno aperto concerti di artisti come ALMAMEGRETTA, COLLE DEL FOMENTO, COSANG, MODDI-TRIX-KAOS, ecc.
Questo gruppo é spinto dall’intento di propagare una tipologia di rap che, nonostante aperto alle più varie influenze, sia principalmente fondato su uno dei suoi più influenti antenati, il funk.
BIG ONES
Non ci sono aerei in business class, ma una monovolume per sei persone compresi gli strumenti, inventandosi ogni volta lo spazio per la batteria e gli amplificatori delle chitarre. Non ci sono roadie a montare e smontare gli strumenti sul palco: si fa tutto da soli. Non ci sono suite in hotel di lusso, ma un viaggio notturno verso casa per riabbracciare compagne, trovandole magari imbronciate perché non comprendono pienamente questa esistenza on the road. Non ci sono cachet a quattro zeri, ma rimborsi spese che a volte nemmeno coprono le spese per un paio di birre in più.
È duro coltivare i sogni di rock’n’roll. La realtà delle tribute band non è uno spot pubblicitario: non c’è la barista bionda, bella e che suona pure bene le tastiere. Fortunatamente, però, nella realtà delle tribute band ci sono i fan. Più appassionati delle groupies: pronti anche loro a qualche sacrificio pur di raggiungere ovunque la band e condividere quei sogni di rock’n’roll. Le tribute band sono un fenomeno live in forte ascesa: i loro concerti richiamano migliaia di spettatori paganti. Mille o più persone pronte a spendere soldi per sentire il tuo concerto sono un sogno che qualche artista già famosa e con un disco multiplatino deve ancora realizzare. Per le migliori tribute band è la regola.
È la febbre di ogni sabato sera anche per i Big Ones: il miglior gruppo di tributo agli Aerosmith in Italia. Quando i loro amplificatori iniziano a pompare adrenalina rock, svanisce il pensiero dei sacrifici: c’è spazio solo per sudore e passione. E talento! Il pubblico viene letteralmente ipnotizzato dal carisma del frontman Renzo D’Aprano, che fisicamente è il sosia di Steven Tyler, ma non è il suo clone vocale. La voce graffiata di Renzo interpreta le hit degli Aerosmith con uno stile personale, rendendo omaggio alla band americana senza mai scadere nella semplice imitazione.
Il talento dei Big Ones è stato riconosciuto dagli stessi Aerosmith in uno storico incontro a Monaco. “Abbiamo incontrato la band in occasione della presentazione del loro album “Just Push Play”. – ricorda Renzo – Ho chiesto a Tyler cosa serve per avere un briciolo del loro successo, oltre naturalmente alla passione e la voglia di lavorare duro. Mi ha risposto il bassista Tom Hamilton: “La tua faccia è già un grande punto di partenza”. E Steven ha annuito, facendosi una risata”.
La faccia del frontman Renzo, dunque, è quella giusta. Da sola, però, non è sufficiente. È indispensabile il talento. E i Big Ones il loro talento l’hanno affinato in migliaia di concerti in Italia e all’estero. In Olanda hanno entusiasmato 40 mila persone con un live possente al Superally, un motoraduno annuale di grande prestigio internazionale. Per la sua straripante energia sul palco, il sestetto di Latina è stato scelto come testimonial di “Guitar Hero Aerosmith” e invitato a esibirsi nell’evento italiano di presentazione del gioco per Playstation e X-Box.
I sogni di rock’n’roll a volte si avverano. E in modo clamoroso. I Big Ones sono la prima tribute band italiana a firmare un contratto con una major discografica. Il disco d’esordio “Altro che eroi” è un notevole balzo in avanti nel percorso artistico dei Big Ones: sei canzoni inedite e in italiano.
“Il rock non esige per forza l’inglese: l’importante è farlo col cuore e l’intenzione giusta. Abbiamo scelto di cantare in italiano per dare maggior risalto ai testi, che nelle nostre canzoni hanno la stessa importanza della musica, perché narrano in modo genuino e sincero la nostra vita. Dopo un primo esperimento con la ballad “Stringimi ancora”, accolta con entusiasmo dalla gente nei concerti, abbiamo avuto maggiore consapevolezza nella nostra capacità di esprimerci in italiano. Abbiamo scritto di getto molte più canzoni di quante ne abbiamo registrate sul disco”.
Il singolo “Vivi o no” mostra l’impronta glam-rock dell’intero disco “Altro che eroi”. Chitarre distorte, dirompenti e in alcuni momenti leggermente grunge spadroneggiano negli spartiti. Il brano “Distorto & Preistorico” dichiara già nel titolo il proprio dna sonoro. La ballad “Stringimi ancora” conferma l’attitudine dei gruppi rock di scrivere lenti dal forte impatto emotivo. E nella seconda ballad, la titletrack “Altro che eroi”, si nota una ricerca più accurata di arrangiamenti orchestrali.
Il cantante Renzo D’Aprano è il paroliere del disco, mentre le musiche sono frutto del talento corale del tastierista Gian Marco Benvenuti, del chitarrista Luca Mommi e dello stesso D’Aprano (tranne “Distorto & Preistorico” in cui la parte musicale è firmata dal bassista Massimo Conti). Il gruppo è completato da Tommy Brown alla chitarra e Yuri Baldassarre alla batteria.
LEF
Mostri è un disco che si colora di sonorità buie e di melodie immediate, che trova la giusta dimensione su di un album potente e importante. Venticinque minuti di puro rock italiano, veloce ed energetico, ma anche enigmatico e riflessivo, un viaggio verso le complicazioni dell’IO. La prima track dell’album “Sul fondo” ha una forte propensione alla dimensione radiofonica e alla immediatezza della melodia, si compone di partiture di chitarre arpeggiate con un basso distorto e una batteria sincopata. Dalla new wave anni 70/80 di “Tormento” alla sonorità cupe in “Camera oscura”, fino alla psichedelia barrettiana in “Centro rosso”. Chitarre distorte e batteria quasi tribale dettano il ritmo di “Libertà”, un brano veloce ed incisivo dove si cerca invano l’innocenza perduta in un mondo immorale. Un incedere lento ed una tastiera spettrale ci conducono nell’ineffabilità dell’amore con “Calice”. La ricerca della bellezza, il bello, quell’emozione positiva che fa sentire vivi e migliori si ritrova in “Graal” che dà il titolo alla penultima canzone dell’album, “una gioia che non è solo mia, ammantata di alchimia, di una ristretta compagnia”, per citare una frase del brano . L’ultima track “Libertà reprise” è un omaggio ai Joy Division e ai Cabaret Voltaire, dove elettronica e rock si mescolano, come nella migliore tradizione anglosassone.
L’album è un insieme di suoni complementari, chitarre elettriche e sintetizzatori, tastiere e batteria: questa è la forza di un disco rock, quel rock che ci riporta alla scena alternativa italiana che abbiamo imparato ad amare negli anni 90 e con nostalgia talvolta ricordiamo.
BIOGRAFIA
Il progetto LEF nasce nel 1992 in una delle tante “cantine-sonore” della provincia salernitana. Nel settembre dello stesso anno raggiungono la finale nazionale “Rainbow Bridge”, AnaGrumBa e arriva anche il primo contatto della band con la label torinese Toast Rec.
Da un demo omonimo viene estratto e pubblicato, sull’ Audiozine Toast Punto Zero 8, il brano Memories. Escono così le prime recensioni sul reticolo di stampa alternativa nazionale. Nel 1994 partecipano alla compilation Eco sonoro della Face Rec di Piacenza, con il brano Deep Down Faith. Partecipano ad una serata di solidarietà a Salerno nel 1995, insieme agli Almamegretta. Nel 1999 la formazione orginale è “orfana” del batterista storico, Mr. Willy Carusio, e dopo aver cantato in inglese per diversi anni, cominciano a cantare in italiano.
Dopo qualche anno di riflessione nel 2005 si ripristina il contatto con la Toast Records di Torino e nel maggio 2006 esce per la stessa etichetta il maxi single/cd Canto e disincanto. Aurelio Pasini de Il Mucchio Selvaggio definisce Canto e Disincanto “un lavoro solido e maturo, che ora attende uno sviluppo su minutaggi più estesi”. Il prodotto invade il mercato indie. Seguono numerosi concerti tra cui l’esibizione al MEI dove viene data la notizia dell’insertimento del brano Camminare nella compilation edita da AUDIOCOOP/MEI, “THE BEST OF INDIES” . Nel gennaio 2007 la compilation è presentata al MIDEM di CANNES.
Il concerto nell’ambito della manifestazione “MEETING DEL MARE”, a Marina di Camerota (SA), nel maggio 2007 è il preludio dell’incontro a Roma tra la band, la TOAST REC e CNI MUSIC, rispettivamente etichetta e distribuzione del nuovo album. Infatti, dopo questo incontro, il nuovo lavoro discografico prende vita. Dal titolo Mostri vedrà la luce nell’aprile 2009.
I Lef sono:
Rod Guarino: Voce e Chitarra
Don Guarino: Chitarra
Tommy Capuano: Synth
Gio Lucia: Basso
Enzo Rivelli: Batteria