Parte il 59° Festival di Sanremo
Written by Administrator on February 18, 2009
Partenza in velocità per la prima puntata del Festival di Sanremo, ieri 17 febbraio, tanto che alle 21.21 Dolcenera è già sul palco che, a prima vista, è molto più giovanile rispetto agli anni passati; Dolcenera canta l’amore ma lo fa in maniera diversa dal solito, tentando di essere aggressiva.
Bonolis perfetto padrone di casa, spiega ciò che succede, come si deve votare e come si andrà avanti nel corso delle puntate prima di introdurre la seconda canzone, interpretata da un Fausto Leali spento.
Alle 21.33 arriva sul palco Luca Laurenti che mostra le già conosciute doti canore per poi esibirsi nel solito siparietto comico cui il duo ci ha abbondantemente abituati.
Terza esibizione, Francesco Tricarico: stona, o almeno così sembra, e la canzone non è granchè. Rischia di cadere mentre esce, ma fa parte del personaggio.
Sul palco Alessia Piovan, impacciata e fuori luogo, che permette però a Bonolis di esibirsi in alcune delle sue celebri gag; “la morta del lago”, così la chiama, presenta Marco Carta. La canzone è, sposiamo il termine degli esperti Castaldo e Assante, “davvero brutta. Non si può proprio sentire”. E si sente l’accento sardo in maniera imbarazzante.
Patty Pravo si esibisce e la sua esibizione lascia a desiderare: canzone tendente alla banalità e intonazione poco sopra la sufficienza, con stecche a tratti, ma meglio delle altre.
La Rapsodia in blue di Gershwin introduce il collegamento con New York, palazzo delle Nazioni Unite; messaggio di pace da parte di Miguel D’Escoto, ce n’era proprio bisogno?
Sul palco Marco Masini, la strofa sull’Italia che ci ha rotto i cosidetti e una canzone perbenista che farà discutere; orecchiabile, parla di cose serie, testo impegnato.
Paul Sculfor arriva sul palco e, nonostante la presenza inutile, consente a Bonolis e Laurenti di cimentarsi in un siparietto niente male prima di annunciare l’ingresso in sala di Francesco Renga, con la sua voce strepitosa e una canzone non propriamente da Sanremo
E’ la volta di Roberto Benigni, l’ospite più atteso della prima serata: monologo divertente che spazia dalla musica alla politica con sarcasmo su Berlusconi (“Silvio ti propongo di diventare un mito come Mina. Te devi sparire, non ti si vede mai, come Dio”), Veltroni, Iva Zanicchi (“All’alba tromberò”) fino alla chiusa finale, dedicata alla polemica sugli omosessuali e la lettura di una lettera di Oscar Wilde, torturato per via della sua omosessualità. Questa sì che ci sembra vera televisione, bella televisione, Cultura.
Si ricomincia con la musica: Puppo/Belli/’NDour (canzone da oratorio e davvero improponibile), Gemelli Diversi (un rap all’italiana, con movenze da film di seconda categoria), Al Bano (la classica canzone da Festival, roba di 20 anni fa).
L’orchestra esegue Smoke on the water, poi la K525 di Wolfgang Amedeus Mozart e infine il medley di entrambe prima dell’arrivo degli Afterhours che presentano un pezzo tutt’altro che sanremese e di Iva Zanicchi.
Stefano Di Battista e Niki Nicolai si cimentano in un testo di Jovanotti e si sente, così come si sente il sax del jazzista; sul palco Povia con la tanto attesa Luca era gay che sicuramente spopolerà in radio per via della sua orecchiabilità. Dopo l’esibizione di Povia, Bonolis cede la parola a Franco Grillini dell’Arcigay che chiede al cantante di capire la felicità dei gay, il pubblico fischia, Bonolis difende tutti.
Ultime due esibizioni, Sal da Vinci e Alexia, prima che salga sul palco Katy Perry, la quale non canta in playback e già solo per questo fa gridare al cambiamento.
Si passa ai giovani: Malika presenta un brano scritto da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e lo fa al meglio, Irene Fornaciari assomiglia al padre Zucchero, Simona Molinari diverte ed è piacevole e infine Filippo Perbellini ricorda un po’ le atmosfere degli anni Ottanta alla Cocciante, capelli inclusi.
Gli eliminati dalla giuria demoscopica sono: Afterhours, Tricarico e Iva Zanicchi. Bonolis lo annuncia all’1 passata, la Gialappa’s alle 00.30 lo sapeva già, in diretta su RadioDueRai.