I Lions Club Parabiago Giuseppe Maggiolini, Busto Arsizio Lombardia, Saronno del Teatro e San Giorgio su Legnano hanno organizzato a Parabiago un intermeeting, aperto alla cittadinanza, dedicato al tema del gioco d’azzardo dal titolo significativo: “ …è ancora un gioco?…”.
La serata, ospitata nel salone parrocchiale dell’oratorio maschile di Parabiago, è stata organizzata con la preziosa collaborazione di Roberto Pozzoli, responsabile del Comitato del distretto Lions 108Ib1 “Dipendenza da gioco d’azzardo” che ha invitato ad intervenire in veste di correlatori anche lo psicologo Carlo Dentali, il segretario nazionale dell’associazione “Giocatori anonimi” e della responsabile per la Lombardia della medesima associazione.
«La presenza della necessità di agire per combattere la dipendenza dal gioco d’azzardo – dice la presidente del Lions Club Parabiago Giuseppe Maggiolini Patrizia Guerini Rocco sull’iniziativa- ha indotto me ed i miei colleghi presidenti di club Lions ad organizzare questo intermeeting interamente dedicato ad un tema di fronte al quale siamo ancora, come società, in debito di sensibilità rispetto alla pubblica opinione. Solo nella scorsa legislatura sono stati presentati ben 41 progetti di legge ma nessuno è stato approvato quindi ben vengano l’associazione “Vinciamo il Gioco” ed il Comitato studiato dai Lions se danno origine a serate in cui si riesce ad additare all’attenzione del singolo e delle autorità questo fenomeno in enorme crescita».
I dati al riguardo parlano chiaro: « Le statistiche – ha illustrato al convegno Pozzoli- ci dicono che oltre 750mila persone in Italia sono a rischio e 300mila sono già giocatori patologici. Solo nel 2009 nel nostro Paese sono stati giocati attraverso i circuiti legali 54.4 miliardi di euro, 100mila miliardi delle vecchie lire: una cifra pari ad una Finanziaria. Ci domandiamo: “ E’ ancora solo un gioco?”».
« E’ ancora solo un gioco, – ha continuato Pozzoli- se i Monopoli di Stato sono di fatto la terza azienda italiana, dopo Eni e Fiat? E’ ancora solo un gioco se l’Aams lo scorso anno ha registrato un incremento del fatturato del +14% anche in un periodo di forte crisi economica come l’attuale? E’ ancora solo un gioco se i 500milioni di euro utilizzati per la ricostruzione dopo il terremoto in Abruzzo sono frutto dei proventi del gioco d’azzardo legalizzato? ».
« E’ ancora solo un gioco – ha ribadito- quando ci sono già numerosi casi di giovanissimi che per potersi pagare i debiti contratti per poter giocare si rivolgono al giro dell’usura che, in una spirale discendente, ha la conseguenza di indurre a spacciare droga, alla prostituzione e al furto? ».
«Quello che fa più rabbia – ha concluso amaramente Pozzoli- è che tutto ciò avviene con il beneplacito delle Istituzioni che si autoassolvono avvertendoci che bisogna “giocare responsabilmente”. Ma mi chiedo, un giocatore patologico come può giocare responsabilmente? E’ come se qualcuno mettesse in mano alle persone un revolver per suicidarsi e se ne lavasse poi le mani avvertendo: “Attento, potrebbe sparare” ».
Perché il gioco patologico è ben diverso dal gioco “sociale”: « Il gioco patologico – ha detto lo psicologo Dentali – è assimilabile, secondo una recente teoria con cui concordo, ad una vera e propria dipendenza come quella provocata dalle droghe: non si dipende da una sostanza ma da un comportamento ma gli esiti nefasti sono i medesimi. Il gioco patologico è una malattia, non un vizio, e come tale va affrontata ».
Gruppo di aiutoaiuto come l’associazione “Giocatori anonimi”, presente ormai in tutta Italia con 40 gruppi, e l’opera dei Lions ( che prevede serate di sensibilizzazione sul tema ma anche aiuti concreti come l’istituzione di un numero verde per indirizzare i giocatori patologici verso aiuti mirati nonché l’offerta gratutita di una prima assistenza legale) sono un importante passo per uscire dal tunnel del gioco d’azzardo.
Perché guarire è possibile: «Il gioco d’azzardo mi aveva portato via tutto – ha detto il segretario nazionale di “Giocatori anonimi”- ma grazie a questa associazione, dove nessuno mi giudicava e dove ho trovato piena comprensione del mio problema, sono riuscito a riprendermi la mia vita. Noi siamo sempre disponibili ad aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno perché c’è ancora la convinzione che i giocatori siano gli “altri” ma non è così».
Alla serata, alla quale hanno partecipato oltre 150 persone, hanno presenziato anche il sindaco della città di Parabiago Franco Borghi, l’assessore ai Servizi sociali Adriana Nebuloni, il parrocco don Felice Noè, una nutrita schiera di autorità lionisitiche e di membri di 14 Lions Club del distretto 108Ib1 ( tra cui un Leo Club) e numerosi rappresentanti di associazioni parabiaghesi come Protezione civile, Cai, associazione sportiva Libero Ferrario oltrechè naturalmente molti cittadini.
«Un doveroso ringraziamento – conclude Patrizia Guerini Rocco a nome degli organizzatori- va anche ai volontari e volontarie dell’oratorio di Parabiago che, grazie all’azienda sanvittorese Amaltea e al Lions Franco Guidetti, hanno reso possibile allietare ancor più la serata con una deliziosa cena».