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Nucleare? No grazie

Written by on November 9, 2010

Ieri, 8 novembre, ricorrevano i 23 anni dal successo del referendum popolare che ha abolito il nucleare in Italia. In questa occasione, Angelo Pisoni, leader del gruppo Verdi a Legnano, riprende l’argomento di un possibile ritorno dell’energia nucleare, anche alla luce di alcune importanti decisioni che  potrebbero fare dell’Alto Milanese una Cittadella della ricerca.
“Riportare il nucleare in Italia – esordisce Pisoni – non solo non è corretto dal punto di vista morale verso la decisione presa dai cittadini anni fa, ma è anche pericolosa. Molti dei problemi che avevano portato alla scelta di allora rimangono. In primo luogo la sicurezza degli impianti e il problema scorie. Sicurezza che anche con gli impianti tuttora funzionanti non si è mai raggiunta completamente. Sono ancora troppi gli “incidenti” verificatisi in quei paesi dove il nucleare è in auge [nella foto: danni alla salute dal disastro di Chernobyl].

E il fermo degli impianti non è certo un vantaggio per la produzione di energia. Tra parentesi il nostro paese, e la nostra regione in particolare, è vicino alla autosufficienza energetica . Il problema semmai è una rete distributiva piuttosto arcaica e con molte perdite, ma questo il nucleare non lo risolve”.

 

“Un rischio palpabile – spiega Pisoni –  è che si possa passare dalla dipendenza dai combustibili fossili a quella dell’uranio. Tale materiale non è certo rinnovabile e da alcuni calcoli sembra che le scorte possano durare 30-40 anni. E poi? Il costo per la produzione di energia nucleare non è trascurabile e non può certo essere trascurato! Parlando ancora di sicurezza bisogna tener conto, visto il clima generale che è peggiorato in questi ultimi anni dopo l’11 settembre, che una centrale nucleare è un bersaglio appetibile per attentati terroristici, e la spesa per scongiurare tale evenienza non è certo indifferente”.
 
Sul tema delle scorie, Pisoni si pome subito una serie di domande: “Non si è ancora risolto definitivamente e in modo soddisfacente il problema di quelle derivanti dalle nostre centrali dismesse da più di vent’anni, quindi come sarà possibile risolvere quello derivante dalle nuove scorie? I siti dove saranno localizzati? Le popolazioni interessate come reagiranno? Basta pensare ai rifiuti domestici e se tanto ci da tanto…”.

Pisoni non è nemmeno convinto che riportare il nucleare abbia conseguenze positivi per il mondo del lavoro: “Qualcuno ha già detto che le centrali nucleari porteranno lavoro. Ma, al di là dei problemi sopra esposti, chi ci dice che le fonti rinnovabili (sole, vento, geotermico, biomasse…) non ne portino altrettanto se non di più. Sembra che solo nella nostra regione il lavoro indotto dalla scelta per le energie rinnovabili sia di gran lunga superiore a quello portato dall’atomo. Tante piccole e medie industrie specializzate per produrre manufatti per pannelli solari, fotovoltaico, mulini a vento, impianti geotermici….senza dimenticare l’idroelettrico di cui la Lombardia è ricca”.

“Una scelta pericolosa quella dell’atomo – conclude Pisoni -. Almeno nelle condizioni attuali. La ricerca deve continuare ma nel frattempo le energie rinnovabili vanno sfruttate a pieno ritmo per sostituire la parte dei combustibili fossili. Un’ultima preoccupazione: il nucleare crea troppe commistioni fra civile e militare. Il confine tra i due utilizzi sono troppo labili e qui ritorniamo al pericolo attentati e a quello della proliferazione di armi estremamente pericolose (come del resto tutte le armi….visto che nessuna può essere intelligente!) Quindi sorge spontanea la domanda: dopo 23 anni è utile veramente riprendere il programma nucleare o piuttosto è solo un gioco che porta denaro a pochi?”.

[fonte: legnanonews]


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