Manuel Foresta brilla nei suoi “Colori primari”
Written by Administrator on September 22, 2015
Partendo da Suor Cristina – a proposito, qualcuno ne ha notizie? – in poi, sinceramente talent show musicali come The Voice non è che abbiano sfornato talenti incredibili. Per questo quando mi sono accostata a “Colori primari”, il primo vero album di Manuel Foresta, ero un po’ scettica. L’etichetta, ovvero Rusty Records, mi ha spesso riservato sorprese positive e quindi ho cercato di togliermi di dosso più pregiudizi possibili su questo ragazzo. Ecco, non è stato necessario fare alcun lavoro di forzatura: ha pensato “Un’altra notte scura”, il primo brano dell’album, a spazzare via ogni dubbio. Questo ragazzo ha talento. Davvero. E ha ben chiaro cosa vuole dire. Quel brano conquista, sembra di ascoltare uno di quei cantautori che hanno reso grande la tradizione italiana. Con quella tormentata nota rock che proietta nella modernità.
Le influenze della musica del nuovo millennio si sentono eccome: “Nella bocca di tutti” ha nel ritmo quel qualcosa della Dolcenera più coinvolgente e una punta di Tiziano Ferro, “La vita è una danza” potrebbe tranquillamente calzare bene a Mario Venuti e “Se fossi ancora qui” riporta qualche eco in stile Nina Zilli. Nessuna copiatura, sia chiaro. Manuel Foresta ha personalità. Si sente. “Colori primari” è un mix di stili e ogni brano è un mondo che vale la pena di esplorare e nel quale vale assolutamente la pena di lasciarsi trascinare. Sembra di ascoltare un artista moderno che però non si è dimenticato delle radici passate della musica italiana. Peccato per qualche eco un po’ troppo in linea con la teatralità dei Modà in “Quello che sono”, per fortuna però ci sono la profonda “Colpevole” e “Cecilia”, la perla che chiude l’album. Merita davvero grandi palcoscenici.