L’Odio
Written by davide on April 16, 2011
« Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di cinquanta piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all’altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: «Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene». Il problema non è la caduta, ma l’atterraggio. »
Pop Corn a tutti!!
Voglio proporvi un film impegnativo,dalle tonalità forti che ha come scopo quello di accendere dei quesiti sulla Società che è la nostra società perché tutti vi viviamo dentro e ci adattiamo volente o nolente alle sue tendenze.
Siamo nei sobborghi della città eletta capitale del romanticismo e dell’amore,Parigi.
C’è stato un conflitto urbano con la polizia perché un ragazzo arabo delle banlieue è stato pestato durante un interrogatorio fino a ridurlo in stato di coma.
I protagonisti sono tre ragazzi che partecipano alla guerriglia: uno è ebreo, uno è un pugile di colore e un altro è magrebino.
I temi sui cui riflettere traboccano e già il fatto che i protagonisti siano di tre culture diverse potrebbe farci scrivere un romanzo.
Io invece voglio soffermarmi solamente su uno dei tanti spunti che regala il film ovvero i diritti dell’uomo.
Cito:
« … il riconoscimento della dignità specifica e dei diritti uguali e inalienabili di tutti i membri della famiglia umana è la base di libertà, giustizia e pace nel Mondo. »
(Preambolo alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 1948)
Ho come l’impressione che si vada blaterando e parlando a vanvera; ho come l’impressione che questa dichiarazione sia stata scritta giusto per essere in pace con sé stessi e nei confronti del mondo..non saprei, un modo come un altro per dire “Toh, anche questa è fatta”; una sorta di madre di tutte quelle leggi che vengono stilate per ufficializzare e assopire il problema ma che di fatto non ne risolvono il male profondo e inannientabile. Perché, come sempre a mio modesto parere, di questo si tratta; accendere un fuoco attorniati dall’oscurità totale. Nella dichiarazione si parla di “famiglia umana”, ciò significa che ognuno di noi è come se fosse parente di tutti gli altri (e in origine dovrebbe essere proprio così) quindi significa che l’uno dovrebbe prendersi cura dell’altro come se fosse un suo parente indipendentemente dal suo colore, dalla sua lingua, dalle sue usanze etc.. Una famiglia umana vorrebbe dire anche che non ci si dovrebbe uccidere o comunque farsi del male ma al contrario aiutarsi e condividere serenamente la vita su questo pianeta.
A questo punto, visto e considerato che noi non viviamo in una famiglia umana e che la famiglia umana è considerata la BASE della libertà, beh, posso logicamente affermare che non siamo membri liberi, che non possiamo pretendere giustizia né tantomeno pace nel Mondo.
Sembra una formula matematica..E’ per questo che non riesco a considerarne appieno il significato.
Come posso pretendere giustizia, come posso desiderare la pace nel Mondo se non riconosco la dignità degli altri? Se non riconosco che i diritti che ho io li debbano avere anche gli altri?
Ma voglio incalzare il ragionamento e chiedermi come posso io riconoscere qualcuno diverso da me o uguale a me? Cosa è “diverso”?
Non vi pare che ci siano molti altri quesiti a cui dare risposta prima di affermare che siamo tutti uguali e che dobbiamo rispettarci affinchè vi sia la pace nel mondo?!
Non trovate che il mondo è bello perché vario e che le contraddizioni ci sono sempre state e ci saranno per sempre. I regimi e gli idealismi che hanno cercato di metterci tutti su di un piano e darci a tutti le stesse cose hanno dato il potere in mano a pochi e obbligato la gente ad annullarsi nel pensiero rinunciando al bello della sua diversità.
Vi saranno sempre i ricchi, i poveri, gli stolti, gli intelligenti, i buoni, i cattivi, i bianchi, i neri, gli uomini, le donne, gli adulti, i bambini, e la lista è infinita per descrivere quanto siamo diversi.
Quello che voglio dire è che noi in quanto individui, uomini differenti l’uno dall’altro dobbiamo imparare a rispettarci e ad apprezzarci proprio perché diversi..questo significa essere liberi.
La libertà si ottiene quando non vi sono schemi (altrimenti non sarebbe libertà), non vi sono leggi che regolino il nostro pensiero ma siamo noi, spinti dal nostro buon senso, dal nostro intuito, dalla nostra cultura ad accettare l’altro.
Io personalmente sono pessimista per quanto riguarda la pace nel mondo che a parer mio non si potrà mai raggiungere. La diversità porta inevitabilmente a dei conflitti che stanno alla base del concetto di sopravvivenza e della legge del più forte. Siamo degli animali comandati da leggi, abbiamo bisogno di essere governati e controllati per questo non credo nel concetto di libertà.
E’ una parola che indica qualcosa che non esiste, una sorta di chimera. E gli stati che si basano sul liberalismo non fanno altro che illuderci di essere neutrali a prescindere da etnia, religione e stato sociale valorizzando l’uomo in quanto essere umano quando in realtà è tutta una messa in scena ideato da un governo egemone.
Sarà questo che passa per la testa di Vinz (il ragazzo ebreo del film), divorato dalla rabbia forse perché siamo troppo diversi, perché non saremo mai una famiglia umana e quindi non avremo mai giustizia né tantomeno pace. Forse in taluni casi estremi, quando ci si rende conto che l’atterraggio sarà più brutto del previsto, l’unica emozione che si possa provare è l’odio.
Curiosità: Le curiosità di questo film sono talmente tante che ho deciso di elencarvele tramite Wikipedia:
- Nella versione originale francese, i dialoghi del film sono in verlan (un tipico gergo parigino, che consiste nel pronunciare le parole al contrario).
- La scena di Vinz allo specchio è un omaggio/citazione del famoso monologo interpretato da Robert De Niro nel film Taxi driver diScorsese.
- Il Dj che compare nel film è Cut Killer che scratcha e mixa Non, Je ne regrette rien , canzone francese cantata da Édith Piaf, conSound of da police di KRS One e Nique la police degli NTM.
- Nella scena del citofono in cui i tre ragazzi cercano Asterix, su uno dei campanelli c’è il cognome di un inquilino chiamato Cassel.
- La scena della roulette russa è un omaggio/citazione della scena interpretata da Robert De Niro e Christopher Walken nel film Il cacciatore di Michael Cimino.
- La frase sul cartello pubblicitario «Le monde est à vous» trasformata con lo spray da Saïd in «Le monde est à nous» è un omaggio/citazione al film Scarface, diretto da Brian De Palma.
- Il produttore del film, Christophe Rossignon, ha un piccolo ruolo come tassista.
- Il film fu un successo commerciale e ha provocato una grossa polemica in Francia per il suo punto di vista sulla violenza urbana e sulla polizia. L’allora primo ministro, Alain Juppé, organizzò una proiezione speciale del film chiedendo ai membri del suo dipartimento di partecipare, gli agenti di polizia presenti hanno voltato le spalle alla proiezione in segno di protesta contro il ritratto della brutalità della polizia rappresentato dal film.
- Dichiarato film preferito da Brian Molko (leader della band musicale Placebo).
- Nel 2008 il film è stato trasmesso sul canale parlamentare francese come documentario.
- Il Rapper Deda, insieme al piu famoso Neffa, nell’album 107 elementi fa esplicito riferimento a questo film “fino a qui, tutto bene come l’odio”, precisamente nella traccia “Nella luce delle sei”.
- In un’intervista rilasciata a XL di Repubblica, il rapper italiano Marracash ha dichiarato che il titolo del suo ultimo disco “Fino a qui tutto bene” si ispira al film “L’Odio”.