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LEGNANO: Una legnanese in Antartide

Written by on October 26, 2009

Questa è la vera storia di Laura Genoni, 35 anni, componente della spedizione alla base permanente Concordia, gestita dal Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra) insieme all’omologo Institut polaire français Paul Emile Victor (Ipev).

Laura Genoni, geologa di 35 anni, è l’unica ricercatrice italiana che abita la base «Concordia». Le fanno compagnia due connazionali, un tecnico Massimilano Faiella di Genova (33 anni) e un cuoco Domenico Fasano di Martinsicuro (36 anni), e i colleghi della missione di ricerca francese, con i quali sta ormai quasi concludendo l’avventura della campagna «Winter Over»: l’inverno antartico. Tra i ghiacci eterni si trova da circa nove mesi, occupandosi di glaciologia e di fisica dell’atmosfera.

Nel descriversi sul sito della base al Polo Sud, Laura si presenta così: ” Sono una geologa con la passione dell’Antartide che studio attraverso la geochimica isotopica da circa 10 anni presso l’Università degli Studi di Trieste. In Antartide sto trascorrendo presso la base italo – francese di Concordia, un anno intero, quello che in gergo viene definito winter over. Durante questo periodo mi sto occupando sia dei progetti di glaciologia (raccolta ed osservazione nivologica delle precipitazioni, stima dell’accumulo nevoso e misure di aerosol atmosferico) che di fisica dell’atmosfera (misura dell’ozono troposferico, misura della radiazione solare e dell’albedo, ozonosondaggi e radiosondaggi)”.

Tra i momenti particolari del “soggiorno”, anche la visita di Principe Alberto II di Monaco, presente con una  spedizione in Antartide per scoprire le diverse basi operanti nel continente e i loro progetti scientifici, in relazione alle attività di ricerca sull’ambiente della Fondation Albert II de Monaco.

Ultimamente, nel suo diario, Laura Genoni descrive così la stiuazuone alla base: “Da qualche tempo ormai, appare all’orizzonte un miraggio che, prolunga come riflesso in uno specchio il confine fra cielo e terra. Quest’ultimo delimita, ingannevolmente, la fine di un plateau in realtà quasi infinito. Ogni mattina, mentre mi reco ai miei shelter, ho la sensazione di poter camminare senza fine sino a divenire un’insignificante puntino disperso nel bianco. Questo senso di dispersione e solitudine ha sia una connotazione positiva che nostalgica in quanto, sarà certamente una sensazione che, una volta ritornata a casa, non avrò più modo di provare.
Dopo un anno di convivenza con la condivisione di ogni cosa, diviene un miraggio anche il pensare di conoscere i propri compagni d’avventura; al pari dell’illusione di poter lasciare un buon ricordo di se malgrado questo stretto stare assieme accentui i difetti e gli errori!
Ormai manca poco più di un mese all’arrivo del personale estivo e dei nuovi “invernanti” e poco più di due mesi al mio rientro in Italia.
Se mi fermo a riflettere su cosa è stato per me questa esperienza e su come è andata; la mia mente viene invasa da tantissime sensazioni forti, troppe e troppo complesse per essere adeguatamente rese in un semplice scritto! Emozioni, delusioni, stupore, solitudine, gioie, difficoltà, scoperte, incomprensioni, soddisfazioni, tensioni e tanto altro ancora che fa di tutti noi delle persone normali che vivono un’esperienza unica in un luogo unico
“.

 


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