LEGNANO: il primo soccorso che fa scuola in Europa
Written by Administrator on October 1, 2009
Il progetto, ideato dall’ospedale di Legnano e cofinanziato da Regione Lombardia e Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, verrà presentato come un possibile modello guida europeo al prossimo European Resucitation Council. Da due anni in azione hanno formato quasi 2700 ragazzi delle scuole superiori in provincia di Milano, e adesso vanno a parlare della loro esperienza a Colonia il prossimo 2 e 3 ottobre.
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Sono partiti con un obiettivo ambizioso: testare un programma formativo di primo soccorso per i ragazzi delle scuole superiori in modo che fosse adottato in tutta Italia. “Se tutti sapessimo cosa fare in situazioni di emergenza – spiega Sergio Morra, ideatore del progetto e responsabile della Struttura Semplice coordinamento emergenza territoriale – si potrebbero salvare 60mila vite l’anno solo in Italia, 1 ogni mille abitanti”. In Europa muoiono 400mila persone l’anno per arresto cardiaco. Una parte di queste potrebbe essere salvata. Il progetto Salva, così è stato battezzato, grazie al cofinanziamento di Regione Lombardia e Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate, è arrivato al terzo anno e ha già ottenuto molti importanti risultati. Lo scorso maggio, i suoi ideatori sono stati chiamati al 17° Convegno Mondiale HPH, l’ente dell’organizzazione mondiale della sanità che si occupa della promozione della salute nella società, svoltosi a Creta, per parlare dell’esperienza fatta, in modo che la cultura della prima emergenza venga diffusa in tutta Europa, il prossimo 2 e 3 ottobre presenteranno i risultati del loro lavoro anche al congresso internazionale dell’European Resucitation Council che si terrà a Colonia. “Siamo stati i primi a partire e la nostra esperienza sta facendo scuola – spiega Sergio Morra, ideatore del progetto e responsabile della Struttura Semplice coordinamento emergenza territoriale – I nostri obiettivi per le lezioni a scuola sono stati duplici: da una parte abbiamo voluto insegnare ai ragazzi a dare il primo soccorso in caso di arresto cardiaco, dall’altro abbiamo voluto renderli consapevoli della gravità della situazione che si trovano ad affrontare, in modo da riuscire a dare corrette indicazioni al 118 perché i soccorsi siano tempestivi ed adeguati”. Sono stati fatti dei test per vedere quanto i ragazzi che hanno partecipato al Progetto Salva ricordassero di quanto appreso. Le performance, rispetto a una prima valutazione fatta subito dopo il corso (90% di risposte corrette) sono calate leggermente. Un secondo ciclo di lezioni, sempre sugli stessi ragazzi, già previsto nel calendario didattico, dovrebbe colmare questa lacuna e permettere agli studenti di fissare in maniera indelebile i concetti che gli si vogliono trasmettere. Le lezioni sono previste, infatti, in seconda e in quarta superiore. L’obbiettivo e di diffondere attraverso la popolazione scolastica i rudimenti di primo soccorso all’intera popolazione, in modo da abbassare nel tempo il numero dei morti per arresto cardiaco, e migliorare le loro condizioni di sopravvivenza, Un intervento tempestivo, infatti, permette un recupero migliore. “Purtroppo ancora oggi sono troppe le persone che non sanno cosa fare in caso di arresto cardiaco – spiega Morra – chiamano il 118, ma poi, in quei minuti preziosi in cui aspettano l’arrivo dell’ambulanza, non fanno nulla. Una corretta applicazione delle tecniche di primo soccorso potrebbe salvare delle vite, l’esistenza delle persone che ci sono care. In tanti, inoltre, quando avvertono un dolore al petto aspettano che passi, invece di recarsi al più vicino pronto soccorso, perdendo tempo prezioso, che fa solo peggiorare le loro condizioni, e rende più gravi le conseguenze dell’arresto cardiaco. Se avessero delle corrette nozioni di primo soccorso agirebbero in maniera diversa”. “Siamo convinti che il primo soccorso debba entrare come materia stabile nelle scuole – spiega Lidio Clementi, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate – per questo abbiamo appoggiato questo progetto da subito e siamo orgogliosi di avere sostenuto la sua realizzazione grazie al nostro contributo. Questo è il nostro modo di fare banca, sostenendo e facendo crescere la comunità locale che ci ospita”.
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