LEGNANO: Guerra all’Ambrosia

Nel periodo più delicato per chi soffre d’allergia all’ambrosia, proprio all’Ospedale di Legnano esiste un Reparto di allergologia tra i più apprezzati e conosciuti della nostra regione. Sono davvero tanti i legnanesi costretti a ricorrervi per le necessarie cure. 

I pazienti, una lunga fila stamane stazionava davanti all’ambulatorio del primo piano al Monoblocco di via Canazza, non amano farsi fotografare, ma la voce quella sì, la fanno sentire: “Scriva, scriva – fanno appello al cronista – di questa ambrosia e delle allergie che provoca. Non ne possiamo più. Ogni anno, raffreddore e occhi rossi. Una continua sofferenza”.

A dirigere il reparto la dr.ssa Anna Tosi (nella foto), impegnata  ogni giorno ad assistere decine di soggetti sofferenti. Pochi minuti bastano alla allergologa per informarci che: “Non bisogna allarmarsi e pensare di dover prendere chissà quali misure di precauzione. Le norme da adottare in questo caso sono le stesse che si usano per qualsiasi allergia respiratoria, come per esempio per quella alle graminacee, alle betulle o ad altri tipi di pollini”.
Un modo per fronteggiare l’allergia all’ambrosia è senz’altro quello farmacologico: “Per questa ragione – spiega sempre la dr.ssa Tosi – parliamo di spray nasali o bronchiali e di antistaminici. Ma anche di cortisone o immunoterapia. In certi casi, si può agire in anticipo con un vaccino sublinguale o iniettivo. La prevenzione è importante. Il vaccino infatti andrebbe somministrato tre mesi prima rispetto alla fioritura dell’ambrosia”.
“Un suggerimento è tenersi alla larga da giardini e stare il più possibile in ambienti chiusi ed è preferibile tenere le finestre chiuse, specie nelle ore più calde. Inoltre alle persone che possono farlo, perché non soggette a ferie obbligate, io consiglio di andare in vacanza e allontanarsi dalle zone più colpite da questa allergia tra il 20 agosto e il 20 settembre”.
Infine, proprio perchè la caratteristica dei pollini d’ambrosia è quella di attaccarsi ai tessuti: ” Una buona norma – conclude la dr.ssa Tosi – potrebbe essere quella di cambiarsi spesso: non farlo, significherebbe prolungare il periodo di esposizione ai pollini”.