Intervista esclusiva a Alberto Fortis
30 aprile 2011 – Auditorium Biblioteca Parabiago
[credits: Fabio BeFree, Roberto Rovellini.]
BIO – Alberto Fortis
Trascorre l’infanzia e l’adolescenza nella sua città natale; terminati gli studi superiori si trasferisce a Genova per iscriversi alla facoltà di Medicina e Chirurgia. In quegli anni comincia a suonare il piano e a comporre canzoni. Dopo pochi esami si ritira dagli studi universitari e si sposta a Roma, dove lavora come grafico e intanto cerca di introdursi, senza successo, nell’ambiente musicale. La delusione e la rabbia del giovane nei confronti del mondo discografico della capitale saranno testimoniate nei brani Milano e Vincenzo (sfogo nei confronti del discografico Vincenzo Micocci) e A voi romani, che compariranno più tardi nel primo album.
L’anno successivo riprende la trafila presso i discografici, questa volta a Milano, dove riesce finalmente a entrare in Polygram grazie al paroliere Alberto Salerno.
Nasce così nel 1979 il primo album Alberto Fortis, prodotto da Claudio Fabi e accompagnato dalla Premiata Forneria Marconi al completo. Brani quali La sedia di lillà e Il Duomo di notte lo portano alla ribalta nel panorama dei nuovi giovani cantautori del decennio degli anni ottanta che sta per iniziare.
Le due già citate canzoni dell’album, A voi romani e Milano e Vincenzo, suscitarono alla loro uscita vivaci dissensi per l’insolita vis polemica dei testi, in cui alcuni critici e fruitori di musica ravvisarono una acrimoniosa contrapposizione tra la presunta alacrità dei milanesi rispetto all’altrettanto presunta atavica accidia che affliggerebbe le persone originarie di Roma. Le due canzoni furono in qualche modo osteggiate dal circuito radio-televisivo “ufficiale”, ma ebbero una grande diffusione soprattutto grazie alle emittenti libere che ne decretarono l’ampio successo. Alcuni anni dopo, il fumettista Andrea Pazienza ne realizzò un coloratissimo videoclip.
Il Vincenzo cui fa polemicamente riferimento Fortis nella propria canzone è Vincenzo Micocci, discografico e talent scout che, nella seconda metà degli anni sessanta, aveva fondato a Roma una casa editrice ed un’etichetta discografica (distribuita dalla RCA), la IT, che vide il debutto, fra gli altri, di Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Rino Gaetano. Era comune pratica (pressoché in tutte le case discografiche) il mettere sotto contratto giovani artisti e tenerli in attesa, spesso senza mai realizzare un prodotto. Si dice sia stato questo “parcheggio” nelle scuderie della IT a provocare la rabbia di Alberto Fortis, e la conseguente canzone.
Successivamente, Fortis ha proposto una versione ’emendata’ di Milano e Vincenzo in cui, anziché le parole «vive a Roma e che ne sa?», canta «dell’amore che ne sa?». La nuova versione compare nell’album live L’uovo (1991), nelle cui note il cantautore spiega come i suoi versi non fossero diretti contro la popolazione di Roma, ma contro “le forme di potere e le burocrazie accentrate” della capitale.
Nel 1979 apre il concerto di James Brown allo stadio Braglia di Modena.
Dopo una breve esperienza nel cinema, dove interpreta una piccola parte in Liquirizia di Salvatore Samperi, esce il suo secondo album Tra demonio e santità, un concept album incentrato sul dialogo tra il bene ed il male, ma ottiene minor successo di pubblico.
È il terzo album, La grande grotta del 1981 a consacrarlo al grande successo commerciale, con il singolo Settembre in testa per molte settimane alla classifica di vendita italiana. Con La grande grotta inizia il suo pellegrinaggio artistico fra il Vecchio e il Nuovo Continente. Il disco è frutto di una vacanza negli Stati Uniti: in uno spartano club di musica fusion, chiamato Baked Potato, Fortis assiste a una jam session di Al Jarreau con i musicisti, fino a quel momento a lui sconosciuti, che avrebbero poi suonato nell’album: Abraham Laboriel (basso), Alex Acuña (batteria e percussioni), Dean Parks e Mitch Holder (chitarre), John Phillips (sax), Garey Mielke (tastiere, già con i Supertramp per Breakfast in America). Ai cori Rossana Casale, all’epoca fidanzata con Alberto, e Betty Vittori.
Nel 1982 esce Fragole infinite; nelle tracce contenute si trova Neve, grande successo duettato anche con Rossana Casale.
Dopo questi quattro album Fortis non riesce più ad ottenere lo stesso riscontro di pubblico, e decide di trasferirsi all’estero, negli Stati Uniti.
Nel 2005 prende parte a O’ Scià, il festival voluto da Claudio Baglioni sulla spiaggia dell’isola di Lampedusa.
Nel 2006, Fortis ha partecipato alla terza edizione di Music Farm, ottenendo il quarto posto. Ha collaborato nel 2005 con Danijay, di cui è zio, nel singolo I fiori di lillà e nell’ottobre 2006 nel singolo Senza Fretta, pubblicato anche nella m2o Compilation Volume 13.
Dal 2008 è testimonial ufficiale dell’associazione di volontariato dei City Angels.
Il 12 novembre 2010 è ospite nel programma televisivo I migliori anni di Carlo Conti, in cui si esibisce con una versione modificata di Milano e Vincenzo, cantando “Vincenzo io ti abbraccerò”, una pubblica riconciliazione con il discografico Vincenzo Micocci, scomparso una settimana prima.
[fonte: Wikipedia.org]