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Il Natale della crisi economica

Written by on December 24, 2010

La crisi economica continua a colpire le attività produttive ed i lavoratori del nostro territorio. Gli interventi statali ed il ricorso alla cassa integrazione hanno permesso di tamponare, solo in parte e per una circoscritta fascia di lavoratori e di imprese, le conseguenze ed il malessere sociale prodotti da questa situazione.
 
Occorre affrontare la crisi realizzando interventi che non si limitino a contrastare le situazioni di emergenza, ma permettano l’avvio di uno sviluppo economico ed occupazionale nell’Alto Milanese, come in tutta Italia.

 

Lo scenario dipinto ieri dai sindacati legnanesi, riuniti insieme per un incontro con la stampa, è stato tutto tranne uno scenario… natalizio. 
“Rispetto al 2009 – ha esordito Oliva della CISL – quest’anno non si notano particolari novità. Sì, c’è la sensazione di un rallentamento della crisi vorticosa, ma questo appare l’unico aspetto positivo. Proprio per questo parlare di ripresa è esagerato. L’aumento del 1% del PIL non crea posti di lavoro e cresce piuttosto il disagio per chi perde il posto di trovarne un altro”. 
Alcuni dati, anche se fermi al primo semestre del 2010: a giugno sono 1638 i lavoratori finiti in mobilità che portano il dato complessivo a 4.921, rispetto ai 4.823 dell’anno scorso. 
 “Abbiamo toccato il fondo? – è stata invece la domanda che ha fatto e si è fatto Bursich della CGIL – Non si sa. Il problema è come superare questa crisi e purtroppo il fatto che il Governo, all’inizio, abbia sottovalutato la sua gravità rende oggi esplosiva questa situazione. Noi da sempre sosteniamo l’idea che il sistema produttivo vada cambiato. Il mercato dell’edilizia, dell’auto, degli elettrodomestici è saturo. Bisogna cercare e trovare nuovi spazi, nuove iniziative. 
La Politica, quella con la P maiuscola, non può essere assente in questo progetto e deve mostrare maggior impegno. Anche perchè, e so di affermare un concetto forte, siamo vicini a un ritorno alla “schiavitù”, nel senso che pur di lavorare si accettano contratti capestro e si permette di abbassare i livelli di certe tutele, come la sicurezza”.
“Quest’anno – ha poi affermato Dell’Acqua della UIL – perdiamo 450mila posti. Siamo in un periodo che fa registrare una svolta epocale, con i Paesi come India e Cina che hanno sconvolto i mercati internazionali, invadendo tutti i settori commerciali. L’Europa deve elevare il proprio livello non solo economico, ma anche in materia di legislazione e, comunque, per ritornare alla stabilità antecedente al 2008, i tempi saranno lunghi”. 
E la situazione è tanto critica che gli stessi Sindacati, pur di trovare una via d’uscita alla crisi, stanno avviando attraverso due Istituti di ricerca universitaria (Bocconi e Politecnico), una fotografia delle potenzialità del territorio, allo scopo di individuare nuovi spazi nei mercati del territorio.

Forse divisi su alcuni progetti e iniziative, i sindacati hanno comunque mostrato un forte unità sulla necessità di combattere l’evasione fiscale e”sui problemi aziendali locali e su quelli legati strettamente al territorio che toccano il quotidiano – hanno affermato in coro i tre sindacalisti – l’unità d’azione è stata sempre piena e anteposta a qualsiasi interesse particolare”.

[fonte: Legnanonews] 


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