Braghe Corte
Written by davide on November 18, 2010
Qualcuno se li ricorderà agli esordi, con la loro formula di power ska che piaceva a molti, soprattutto nei loro live set:
da allora c’è un bel po’ di gente che, tra passaggi su radio e tv nazionali, ha scoperto l’esistenza di questa big band rock con un debole per il swing e lo ska; a distanza di tre anni la band ritorna con un nuovo album; e la prima cosa che si percepisce è quanto la band si sia evoluta dagli esordi; le Braghe Corte con questo disco dimostrano di voler muoversi senza preclusioni di sorta; c’è di tutto in questo album; uno swing strumentale, una voce lirica, un brano che è una suite di tre canzoni diverse; le Braghe Corte nascono nel 1997, anno in cui il gruppo, ancora in fase embrionale, inizia a farsi conoscere suonando un punk rock acerbo infarcito di cover; al termine di una lunga serie di cambi di formazione, con lo stabilizzarsi della line up in sette elementi, e dopo aver pagato il prezzo della gavetta, Le Braghe Corte arrivano alle orecchie di Claudio Ongaro, proprietario della Alternative Records, che decide di pubblicare il loro esordio “Another ball in the hole”; è il 2003 e la band vive un momento emozionante nel vedere la critica annoverarla tra le rivelazioni della scena indipendente; le Braghe Corte iniziano a girare la penisola, e vedono crescere il pubblico ai concerti; la band si prende un periodo di riflessione, e inizia a comporre il materiale che, tre anni più tardi, confluirà nel nuovo “King of the fools”; gruppo ska-rock oriented, con inflessioni clashiane e post punk west coast, Le Braghe Corte tornano con un disco che, oltre a confermare la spiccata vena melodica e l’inesauribile, trascinante energia della band, offre chiavi di lettura che escono dagli stereotipi di genere.