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Alto Milanese: appello per i marò

Written by on March 2, 2014

appello per i marò

L’Altomilanese chiede con forza il ritorno dall’India dei due fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone da due anni ingiustamente bloccati in quel Paese in attesa di conoscere il loro destino.

 

Venerdi 28 febbraio, nella Sala Stemmi di Palazzo Malinverni, 18 tra sindaci o assessori di altrettanti Comuni della zona hanno sottoscritto un documento proposto dall’Amministrazione comunale di Legnano.
Hanno partecipato rappresentanti delle seguenti località: Arconate, Buscate, Busto Garolfo, Canegrate, Casorezzo, Castano Primo, Cerro Maggiore, Dairago, Legnano, Nerviano, Nosate, Parabiago, Pogliano Milanese, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona, Turbigo, Villa Cortese.Era idealmente presente anche il sindaco di Pergola (Pesaro Urbino), Francesco Baldelli, che ha chiesto di poter sottoscrivere il documento avendo saputo dalla stampa dell’iniziativa.

Il sindaco di Legnano Alberto Centinaio, nel ringraziare i colleghi presenti per aver aderito all’appello, ha sottolineato che la cerimonia assume un significato che va ben oltre le motivazioni ufficiali, in quanto è la dimostrazione che è possibile superare le divisioni politiche e ideologiche per riaffermare l’importanza di valori e ideali che stanno alla base della nostra convivenza civile. «Apparteniamo a maggioranze di colore politico differenti – ha sottolineato -, eppure con la nostra presenza stiamo dimostrando che è possibile lavorare insieme per il bene delle nostre comunità e della nostra nazione».

Alla cerimonia era presente anche una rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Armi, tra cui il Generale di Divisione della Riserva Bruno Tosetti, decorato di medaglia al Valor Militare e primo comandante della missione militare italiana in Libano.
Il testo è stato firmato da tutti i sindaci e sarà ora inviato alla massime autorità italiane, ai ministri della Difesa e degli Esteri, all’Ambasciata indiana di Roma e al Consolato milanese.

Appello delle Amministrazioni Comunali dell’Alto Milanese

per la liberazione dei fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone
«Sono trascorsi due anni da quando i due fucilieri italiani Massimiliano Latorre e Salvatore Girone,
accusati in India di aver ucciso il 15 febbraio 2012 due pescatori nell’ambito di un’operazione
internazionale antipirateria, sono in attesa di conoscere quale sarà il loro destino. La recente
decisione della Corte Suprema di New Delhi sui capi di imputazione riguardanti i due militari ha
eliminato il rischio di un’applicazione della Sua Act, legge antiterrorismo indiana (che fra l’altro
prevede il ricorso alla pena di morte), ma non ha ancora fissato la data del processo.
E’ una decisione sicuramente positiva e che implicitamente riconosce che Massimiliano Latorre e
Salvatore Girone svolgevano una funzione in nome e per conto della Comunità internazionale. In
caso contrario la legge indiana avrebbe messo alla sbarra degli imputati l’Italia stessa, indicata a sua
volta come un Paese terrorista.
La vicenda – a tutti nota pur nella complessità degli elementi giuridici, politici e militari che ne
definiscono il quadro – deve indurre a una riflessione prioritaria sul valore assoluto della vita di
ciascuna persona. Dovrà certamente essere la Giustizia a fare il suo corso per stabilire se
effettivamente i due pescatori indiani Valentine Jalstine e AjeshBinki siano stati vittime dei due
militari e, in tal caso, in quali circostanze e per quali ragioni si sarebbero compiuti i fatti. Al
momento non sono stati esposti elementi sufficienti, e tanto meno convincenti, per definire la
colpevolezza. Ugualmente occorre far luce sul trattamento finora riservato ai due militari che, in
attesa di giudizio, sono stati trattati come fossero terroristi, dimenticando che si trovavano a bordo
di una nave scortata militarmente nell’ambito, appunto, di una missione internazionale contro la
pirateria che infesta mari e oceani in ampia parte del pianeta.
Di sicuro possiamo rilevare che finora la giustizia indiana non si è dimostrata equilibrata e
all’altezza di giudicare i due nostri soldati. Probabilmente la strada migliore da seguire – sulla quale
sembra puntare, dopo errori e tergiversazioni, il Governo italiano – pare essere quella di un arbitrato
internazionale, che sancirebbe l’incompetenza dell’India sulla giurisdizione territoriale. Inoltre si
tratta di stabilire se, o fino a che punto, i tribunali nazionali possano esprimersi su casi come questo,
in cui vengono sollevate questioni relative ai trattati internazionali o alle operazioni di
peacekeeping.
Seguendo con apprensione e partecipazione la situazione in cui si trovano i militari italiani Latorre e
Girone, sentiamo d23:02 02/03/2014unque di ribadire, ancora una volta, anzitutto il valore di ogni vita umana.
Ugualmente dobbiamo considerare come questa vicenda chiami più complessivamente in causa il
rispetto dello Stato di diritto, dei diritti fondamentali e il valore stesso della Giustizia: è non solo
lecito ma doveroso dubitare che le corti indiane si siano finora comportate secondo questi principi
inalienabili e, per tale ragione, è necessario che il Governo italiano si adoperi per un immediato
rientro dei fucilieri nel nostro Paese, superando quell’inerzia che fino ad oggi ha prodotto soltanto
l’isolamento internazionale del nostro Paese sulla scena internazionale impedendo di risolvere
positivamente questa incresciosa vicenda.
Riteniamo sia necessario ribadire che l’Italia, come grande Paese europeo, con l’appoggio della
stessa Unione europea e delle Nazioni Unite, è tenuta a proteggere i propri uomini e donne che
rischiano la vita ogni giorno in diverse regioni del mondo sotto le insegne nazionali. Per tali ragioni
il Paese deve rimanere unito e sarà quindi necessario evitare, da parte di chiunque, inutili divisioni e
dannose strumentalizzazioni politiche attorno a questa triste vicenda».
Legnano, 28 febbraio 2014


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