Agosta
Written by davide on October 28, 2010
“Virus” è il primo singolo degli Agosta e traccia d’apertura dell’album omonimo:
il brano rievoca quella tipologia di rock espressa dalle band anglosassoni anni Novanta, quali Radiohead e Muse; ha una sezione ritmica potente ed un arrangiamento che vede la contrapposizione tra le due chitarre, una più rivolta alle ritmiche e la distorsione ed una più psichedelica nei riff e negli arpeggi; la voce è doppiata all’unisono su due ottave, intima e soffiata nelle strofe, decisa e graffiante nei ritornelli; il tutto arricchito da una serie di effettistica, sound design, pianoforte, glokenspiel, melodica, percussioni e cori; l’arrangiamento eclettico è stato creato ad arte dal leader come un vestito su misura per il testo, che alterna fotografie surreali sulla condizione che l’uomo può vivere all’interno di un rapporto sentimentale; il virus, ovvero l’amore, è vissuto dall’autore come una forma di droga, di dipendenza, che ha compromesso il suo equilibrio mentale, tenendolo legato ad una persona che lo ha plasmato e portato a essere quello che non è; proprio quando si trova sull’orlo del baratro, il protagonista decide di fare qualcosa per uscire da quella condizione e guarire dalla malattia asportando il virus; un brano originale, manifesto di un album ricco di ambienti, colori e sapori diversi, miscelati con gusto dai cinque componenti; “Virus” è un concept album che parla di esperienze legate a rapporti sentimentali vissuti e ne analizza quelli che sono gli aspetti più crudi e reali; all’interno vi sono anche riflessioni sulla vita dell’uomo e sulla sua condizione fatta di limiti e difficoltà; il sound fonde gli stili british e grunge, entrambi anni ’90, rivisitati e miscelati con un gusto più moderno; è un disco rock-pop di canzoni vere, sincere, scritte ed arrangiate con gusto e passione; ci sono brani sperimentali e brani più classici, ma in tutti la melodia è protagonista in egual misura, sia nelle linee melodiche vocali che nelle singole parti strumentali.