Inchiesta: Un venerdì molto magro
Written by Administrator on March 29, 2013
Eravamo quasi stanchi di parlare di crisi. Non che fosse passata, certo, ma forse ci eravamo permessi di accantonarla un po’ mentre attendavamo con il naso in su, l’evolversi delle vicissitudini politiche. E poi è arrivata Pasqua e, come è noto, ricorrenze e bilanci vanno di pari passo.
Colpita dall’abbondanza di uova pasquali ancora luccicanti sugli espositori dei supermercati nonostante l’incombenza della festa, ho deciso di compiere una piccola inchiesta nei punti vendita del nostro territorio.
Primo dato registrato è l’aumento tangibile del prezzo delle uova pasquali che l’ Osservatorio Nazionale Federconsumatori stima essersi attestato intorno ad un + 8,5%. Aggirandomi nei punti vendita del nostro territorio (dal mercato rionale alla grande distribuzione), ho trovato un prezzo medio pari ad € 11,00 un prezzo shock per chi ha memoria della spesa sostenuta lo scorso anno.
Anche la tradizionale colomba, che sempre secondo l’ONF segna un + 8%, registra forti cali anche perché non strettamente legata al mercato dell’infanzia. Molti degli intervistati hanno confermato che hanno rinunciato a scambiare i tradizionali dolci tra adulti ma, quasi nessuno, ha potuto esimersi dal comprare almeno un uovo di cioccolato per i bambini.
L’unico mercato che sembra essere in aumento è il mercato della tradizione. Molti hanno preferito al solito ristorante e alla gita fuori porta, una Pasqua in famiglia.
Anche il menù del Venerdì Santo ha subito forti tagli: molti hanno dichiarato di aver sostituito il tradizionale “pesce di magro”, considerato troppo caro, soprattutto per le borse della quarta settimana del mese, con altri alimenti più low cost.
Il dato positivo è però il rimando all’insegnamento che il Papa Francesco ha dato in questi pochi giorni di pontificato, e che pare essere stato velocemente percepito e fatto proprio da molti intervistati, di diversa età e provenienza, non solo cattolici. Un insegnamento di povertà e umiltà da vivere non come una privazione, ma come un modo autentico di dire Pasqua.