Capodanno, tempo di inevitabili bilanci, dare e avere che non pareggiano mai. Tempo di propositi difficili da rilanciare dopo un 2012 che ha messo alla prova molti.
Un anno difficile, quello che ci lasciamo alle spalle, ricordare qualcuno significherebbe dimenticarne troppi e allora invento questo pezzo parlando di un solo problema, che in realtà ne abbraccia molti, un tema che mi sta particolarmente a cuore e che non riesco, la vita e la cronaca me lo impediscono, a lasciare in disparte in questi giorni di festa. Parlerò di Donne, lasciando a voi la possibilità di parlare di altri problemi altrettanto fondamentali, come se fosse una seduta di terapia di gruppo: “I pensatori anonimi”, riuniti intorno a questo panettone per raccontare qualcosa da ricordare e qualcosa da dimenticare in questo giorno di fine-inizio.
Dicevo “Donne”, se fossero un quadro sarebbero la complessità astratta di Picasso e la dolcezza malinconica di Monet. Penso intanto ad una icona come Marilin Monroe, ricordata ad inizio dicembre anche dalle nostre “Woman in Power”. E’ stata una piccola mostra ospitata dalla nostra immancabile Elisabetta Cozzi. Uno spazio contenuto che, come sempre, raccoglie un universo più ampio, è da allora che penso di scrivere questo pezzo. Volevo intitolarlo, parafrasando Marilyn, “Essere bionde non è facile… ma noi sappiamo farlo bene”, ma è rimasto sospeso, come le dita che non si decidevano a battere i tasti. Troppo facile, in mezzo restavano sempre gli occhi tristi di Marilyn. Per quanto abbia cercato di ricordarla per le sue forme, il suo sorriso laccato, gli occhi socchiusi e brillanti, non sono riuscita a dimenticare la fatica che ha fatto per sorridere ad ogni scatto. Essere donne non è facile, lei ha rappresentato il massimo femminile, nella sua meraviglia e nella sua fragilità.
E scusatemi se mi dilungo in una retrospettiva un po’ malinconica, concedetemi di esorcizzare un po’ di tristezza prima di ripartire nel nuovo anno con la grinta di sempre.
Penso a centoventi Marilyn, uccise nel 2012 dall’essere donna. Non riesco a dimenticare le loro storie e non riesco a dimenticare che sono state uccise da mariti, ex fidanzati, uomini che le hanno amate in un modo così perverso da diventare distruzione. E scusatemi ancora se non riesco a non dimenticare nemmeno che esiste ancora chi scrive “Le donne e il femminicidio. Facciano sana autocritica, quante volte provocano?” e non è peggiore di molti uomini che vivono con questa convinzione. Perché è questo il mostro che dobbiamo combattere, un solo unico mostro chiamato Ignoranza. Finché sopravvivrà questa cultura persecutoria, questa cultura animale, le donne non sopravvivranno. Un sogno per il 2013? Vedere le strade invase da Uomini, che insegnino ad altri “uomini” quanto sia virile rispettare, amare e sostenere le proprie donne. Urliamo sole da anni e continuiamo a morire, abbiamo bisogno della vostra voce, perché questa guerra è una guerra che tutta la società civile deve sostenere, non è un problema “da donne”, è di tutti!
E poi penso ad un’altra donna, un’altra grande icona decisamente diversa dalla nostra Marilyn, che proprio in questi giorni ci ha lasciato. Centrotreanni di provocazione, mi viene da dire sorridendo. Rita Levi Montalcini, prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze, senatrice a vita “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale” e solo per farci l’idea di una grande donna in poche righe. Ma la voglio ricordare anche con le parole che ha scritto un amico nel suo blog, ricordando di averla incrociata in un aeroporto qualche anno fa e ricevendo come risposta alla sua profferta di aiuto un “No, no, giovanotto. Ho solo 84 anni, me la cavo benissimo da sola!”
Ecco, riprendiamo da qui, dall’emblema della Woman in Power, o meglio l’emblema del potere delle donne: l’intelligenza, la testardaggine, quella voglia di dire sempre “me la cavo benissimo da sola” che a volte è verità, a volte è solo leggenda. Una dicotomia che ci accompagnerà anche nel nuovo anno e che vi auguro vi accompagni sempre.
Questo mio “discorso di fine anno” è dedicato a voi quindi Woman in Power e non, perché non vi dimentichiate mai del potere che avete, perché non rinunciate mai alla vostra fragilità, perché continuiate ad essere forti, anche quando forza significa ammettere di essere deboli. Non abbiate mai paura di chiedere aiuto, piuttosto conservate il timore di non saper guardare vicino oltre che lontano. E per quanto mi riguarda “Non so se sono stato mai poeta, e non mi importa niente di saperlo, riempirò i bicchieri del mio vino, non so com’è però VI INVITO A BERLO” (P.Bertoli “A muso duro”) Buon anno!!!
Laura Defendi