Elisa Rossi
Written by davide on February 9, 2011
“Il disco si intitola Viola Selise perché questo era il nome d’arte che avevo scelto all’inizio del mio percorso artistico;
accompagnata da questo nome ho scritto gran parte delle canzoni contenute nell’album, e dunque mi sembrava giusto omaggiare quella parte di me, la Selise , che ora abbandono per riappropriarmi del mio nome anagrafico; l’album racchiude la mia emotività, la leggera consapevolezza con cui affronto le cose e apro gli occhi al mondo; c’è un filo sottile che mi porta sempre a casa quando scrivo e canto, a quella terra che ho odiato amato rifiutato e cercato; ritorno lì quando voglio ritrovarmi spogliata dalla fatica e di nuovo a contatto con la natura, i giochi da bambina, le favole e di nuovo la voglia di scappare via; credo di aver raggiunto con questo album il primo passo verso un evoluzione personale e artistica che racconta in maniera semplice e onesta quello che sono”; tutto quello che è lo deve alla sua infanzia bucolica, alla sua famiglia e al dialetto, alle distese infinite della pianura padana, ai vicini sgangherati, alle storie di diavoli, al latte caldo di sera col miele, alla terra e al fango, al sogno e alla creatività, al vivere di leggeri viaggi onirici intervallati da momenti di cruda realtà; si trasferisce a Roma e inizia la sua attività concertistica con varie formazioni jazz esibendosi in vari festival della capitale; contemporaneamente comincia a dare forma alle sue prime canzoni.