‘Smile Assistenza’ taglia i servizi
Written by Administrator on January 29, 2011
“Il comportamento da parte dell’ASL è scorretto perchè accetta nuovi utenti e rinnovi pur essendo consapevole del fatto che non retribuirà le prestazioni che sta emettendo. In tal modo, ovviamente, la ASL si mette al riparo da qualsiasi ripercussione da parte dell’utente finale, ma costringe l’ente ad una scelta drastica: rifiutare il paziente, o lavorare in perdita, ed entrambi gli scenari risultano essere, ovviamente, drammatici”.
Così scrive Sabrina Feola, amministratrice di “Smile assistenza”, società legnanese accreditata dal 2008 per l’erogazione di prestazioni sanitarie domiciliari, che prosegue: “Sottolineo ancora una volta che se i saldi del 2010 non verranno pagati, come sarebbe giusto, si prevedono forti ripercussioni sul sistema. Inoltre, al raggiungimento del budget, quest’anno tutti gli enti potrebbero decidere di fermarsi con la conseguenza che gli utenti fragili sarebbero allo “sbaraglio” “.
L’ente in questione vive una precaria situazione perché la Asl Milano1 si rifiuta di pagare una somma che si aggira intorno ai 48 mila euro in quanto il budget del 2010 è stato sforato e “Smile assistenza” si ritrova senza guadagno, avendo ovviamente già pagato gli operatori che hanno lavorato.
“Siamo una ventina di professionisti, infermieri, fisioterapisti – spiega Feola -. Abbiamo in carico quasi duecento utenti in terapia anticoagulante per i prelievi ematici e altri per prelievi ematici standard. Ogni mese facciamo circa trecento prelievi. Inoltre abbiamo in carico anche un centinaio di pazienti per medicazioni, fisioterapia, flebo, cambio catetere e altro”.
Come anticipato, il problema è il budget che, secondo l’amministratrice, viene assegnato senza tenere conto del volume di assistiti in carico all’ente: ” L’anno scorso il budget è stato di 380mila euro, sforato di 48mila euro perché non volevamo far mancare le cure ai nostri utenti. Quest’anno è ancora più ridotto, 283mila euro. Poiché già stiamo lavorando in perdita, nel 2011 come potremo andare avanti? Insomma, non si comprende proprio in base a quali criteri tale budget venga assegnato”.
La budgetizzazione così strutturata, insomma, penalizza le società che, lavorando bene, incrementano il loro operato. Mette in condizione di rifiutare tutti i pazienti con livelli di assistenza alti ma anche di rifiutare pazienti nuovi.
La situazione è anche degenerata in quanto, spiega ancora Feola, “in passato lo sforamente è stato sempre pagato, perchè a fine anno si attingeva ai budget delle società che non lo avevano raggiunto. Quest’anno, tutti hanno emesso più di quanto avevano a disposizione, dal momento che gran parte degli enti hanno raggiunto il budget”. Così, adesso, i disagi potrebbero ampliarsi e creare problemi su tutto il nostro territorio.
Molto complessa e tecnica la precisazione dell’Asl. In sintesi, ci sembra invece molto chiaro il concetto espresso nella parte finale: “I contratti hanno validità per l’intero esercizio dell’anno in cui sono sottoscritti e gli enti gestori, in quanto firmatari dei contratti, sono pienamente consapevoli che non possono essere remunerate prestazioni eccedenti il valore pattuito contrattualmente. L’ ASL ha facoltà di rideterminare i budget spettanti agli erogatori solo nel caso in cui si realizzi un sottoutilizzo del budget da parte di altri gestori e, pertanto, la rideterminazione del budget non costituisce un diritto per l’erogatore e la quantità di prestazioni erogate deve, in ogni caso, adeguarsi al budget e non viceversa. Azioni assunte unilateralmente e al di fuori di quanto contrattualmente convenuto, non possono e non debbono assolutamente essere ricondotte alla sfera di responsabilità dell’ASL Milano 1 e neppure generare pretese legittime”.
All’utente, al lettore il giudizio finale su una vicenda che tutti ci auguriamo possa concludersi positivamente in maniera generale. Obiettivo che sarà raggiungibile se, al di là di ogni aspetto burocratico ed economico, verrà data priorità a quello umano e assistenziale.
[fonte: legnanonews]