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BUSTO A.: Questione gps per netturbini

Written by on July 1, 2010

Sull’uso di localizzatori satellitari GPS e di telecamere si apre una querelle fra il sindacato USB e Agesp spa. Per il sindacato è stato sventato un tentativo di controllare “da remoto” i movimenti dei dipendenti, e dunque la loro produttività; ma l’azienda nega recisamente qualsiasi intenzione di quel tipo.

La pietra del contendere è il servizio di raccolta rifiuti, in parte in corso di riorganizzazione per meglio gestire le diverse tipologie di raccolta. «Agesp aveva installato unilateralmente telecamere e GPS senza accordo con la RSU» dice il sindacalista Fausto Sartorato, che con l’altro rappresentante del provinciale del sindacato Luca Pistoia presentava il caso. Salvo poi precisare che in effetti un accordo c’era ma riguardava solo una fase di sperimentazione che si supponva di durata limitata. Un accordo successivo e più vincolante non si è raggiunto: a quel punto è entrata in gioco la direzione provinciale del lavoro, su richiesta della stessa Agesp, inviando una serie di prescrizioni e “congelando” per il momento l’uso dei dispositivi tecnologici.

«Gli hanno ordinato di spegnere GPS e telecamere in assenza di precisi accordi sindacali», così Sartorato. «Siamo intervenuti come sindacato nel timore che questo sistema venisse usato per controllare i movimenti di chi era al lavoro. Abbiamo fatto inviare una diffida dal nostro avvocato e, magia, i dispositivi si sono spenti».
Le normative prevedono che questi sistemi tecnologici si possono usare ma solo per ragioni di sicurezza, o contro i furti. Ogni controllo di tipo automatico è vietato dallo Statuto dei Lavoratori, tranne che in seguito ad accordi con il sindacato o dopo l’intervento, appunto, dell’ispettorato per il lavoro.

Nelle lettera di diffida inviata ad Agesp si citava anche la legge sulla privacy (dlgs 196/2003); l’avvertimento era che se entro tre giorni non si fossero disattivate le apparecchiature, sarebbero partite azioni legali mirate anche a risarcimenti danni.
Più in generale, USB denuncia «un clima poco sereno» in Agesp, «da padroni delle ferriere», in cui peserebbe la concorrenza, anche con privati, per gli appalti del servizio. I carichi di lavoro crescono, e non giova certa opinione diffusa per cui i lavoratori del settore non brillerebbero, per usare un eufemismo, per impegno e presenza. «È assurdo trovarsi sempre sempre a discutere all’ombra di certi preconcetti. C’è assentesimo? Lo si punisca: noi del sindacato non siamo qui per difendere gli assenteisti, sia chiaro».

Pronta la risposta di Agesp tramite la presidente Giuseppina Basalari: per l’azienda la questione è una tempesta in un bicchier d’acqua. «Contesto quanto scrittoci nella diffida, cui abbiamo replicato con una lettera del nostro legale a quello di USB» fa sapere. «Lo scopo dell’uso di telecamere e GPS non è asolutamente quello di sorvegliare i dipendenti. Il sindacato si è mosso al termine di un percorso partito due-tre anni fa con l’accordo delle rappresentanze sindacali; la loro diffida è arrivata per ultima, dopo l’intervento dell’ispettorato che noi stessi avevamo richiesto.

 Queste tecnologie erano state adottate nell’ambito della ridefinizione delle zone di raccolta per ottimizzare il servizio. A un certo punto si doveva firmare un accordo che poi non è arrivato: per quello ci siamo rivolti all’ispettorato» che dato un temporaneo stop in attesa di dare esso stesso l’autorizzazione. La maggior ragione dell’utilizzo di GPS e telecamere è però quella dei furti: «L’ultima volta che ci hanno rubato uno scarrabile dal parcheggio di via Canale, che è vigilato dalla telecamera, per prima cosa i carabinieri ci hanno chiesto e se il mezzo aveva il GPS. Per fortuna sì, ed è stato agevole ritrovarlo. Comunque, anche noi ci riserviamo di tutelare la nostra immagine in sede legale».

 


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