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Flavio Oreglio in Recital al teatro della Cooperativa

Written by on May 26, 2010

Flavio Aurelio ZeligLunedì 31 maggio alle 20.45 al Teatro della Cooperativa di Milano recital di FLAVIO OREGLIO: questo recital si presenta come una specie di grande contenitore nel quale Oreglio colloca, in una serie di quadri d’autore, dissertazioni, osservazioni e analisi satirica della realtà.

Lo show propone una sorta di stato dell’arte dell’Oreglio pensiero, attraverso la messa in scena di monologhi e canzoni che hanno come leit motiv i grandi temi da sempre a lui cari: filosofia, scienza e religione.
Tra parole e musica, prosa, letture e canzoni, Oreglio racconta e analizza il tema dell’ignoranza e di tutto ciò che gli ruota intorno: linguaggio, comunicazione, informazione, potere e ribellione, accompagnandoci in un viaggio divertente, poetico e politico (nel senso più nobile del termine) verso la riscoperta dell’uomo nudo che, per sopravvivere alle mille sollecitazioni a cui è quotidianamente sottoposto, si butta nell’ossessiva ricerca di risposte per rendersi conto, solo successivamente, dell’errore nascosto nelle domande; da sempre contrario alla risata fine a se stessa, al concetto del “ridi per non pensare” Oreglio ci dimostra ancora una volta il significato che ha per lui lo spettacolo: pensare giocando e giocare pensando.

Divertissement raffinato e riflessione quindi , in un’alternanza di momenti che vedono la trattazione di temi sociali, politici e filosofici, lasciando improvvisamente spazio alla musica e al piacere di sorridere insieme; c’è spazio per tutto: per i sogni, i pensieri, i ricordi, per gli eroi e le persone comuni; d’altro canto parlare sognare, discutere, analizzare e ridicolizzare sono le uniche armi a disposizione dei non violenti per resistere in un mondo così confuso e convulso come quello di oggi.
Per raccontare tutto questo Oreglio sceglie una cornice scenografica scarna ed essenziale e un linguaggio semplice ma incisivo: così facendo, si riallaccia alla tradizione del teatro-canzone delle origini, ma anche ad alcune istanze del “teatro povero” di Jerzy Grotowsky e del teatro politico di Dario Fo, riscoprendo intuizioni tipiche del teatro sperimentale, prima fra tutte la ricerca di un contatto emozionale e diretto con il pubblico.
Questa scelta precisa e coraggiosa, lontana dalla tradizione classica, dagli effetti speciali e dai canoni ufficialmente riconosciuti, è continuamente cercata, studiata e voluta; l’obbiettivo è infatti quello di creare una scena “spoglia” per lasciare spazio alla dimensione della parola che, come un universo, può espandersi in un monologo o esplodere come un micro big bang nella brevità di un aforisma e o di un epigramma per momenti ludici fatti di pensieri in libertà.
www.teatrodellacooperativa.it


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